Il 23 febbraio ad Arezzo presentazione del libro "Le strategie vaticane"

   

ARTE E CULTURA

AREZZO - Martedì 23 febbraio alle ore 17:30 presso la libreria Mondadori di Arezzo è in programma una raffinata riflessione sui rapporti fra Stato e Chiesa che hanno caratterizzato la storia degli ultimi 150 anni del nostro Paese.

L’occasione è data dalla presentazione del libro “Le strategie vaticane” (ed. Ibiskos Editrice Risolo), recente lavoro di Renato Traquandi, che si inserisce nell’ampia pubblicistica dedicata all’annoso quanto doloroso rapporto tra Stato e Chiesa.

La ricorrenza del centenario delle prime elezioni politiche in Italia dopo l’entrata in vigore del suffragio universale maschile, elezioni che si svolsero il 26 ottobre (1° turno) e il 2 novembre (ballottaggio) del 1913, è stata, in qualche modo, l’occasione di cui l’autore si è servito per evidenziare, con ampia documentazione, le turbolenti relazioni esistenti tra la Santa Sede e lo Stato, sin dai tempi preunitari. All’incontro, oltre all’autore interverrà la giornalista Antonella di Tommaso.

Il corposo volume si snoda su diversi pani; quello personale dove Traquandi fin da piccolo ravvisa la pesante ed opprimente presenza della Chiesa nel vissuto quotidiano. Quello storico dove raccoglie documenti e traccia le linee guida dell’ingarbugliato rapporto fra i due poteri e, infine, quello politico  dove traspare l’anima repubblicana e mazziniana dell’autore protesa alla difesa dello Stato laico e democratico.

Tutti i piani, armonicamente legati fra di loro, tracciano una visione chiara e documentata di una “questione” apparentemente spinosa ma, riletta alla luce della corposa documentazione: Encicliche, leggi e Concili forniscono una maggiore e chiara comprensione nonché gli sforzi della Santa Sede per tutelare il proprio patrimonio spirituale e culturale dall’assalto della laicità.

La celebre frase ripetuta più volte da Cavour in Parlamento “Libera Chiesa in libero Stato” racchiude lo spirito del volume, che si ispira a quel pensiero liberale che considerava il Pontefice esclusivamente guida delle anime e non investito del potere temporale.